Imágenes de páginas
PDF
EPUB

de . cc. libris . . . . . . pro primis sex men

fecit refutationem

sibus...... &c. . . .

(1).

APPENDICE.

Diamo per intero la deliberazione del 4 maggio 1380 e la lettera inviata a Giovanni dei Cenci. Altri documenti riferentisi a questo soggetto saranno più opportunamente pubblicati nello studio intorno agli ultimi potestà del secolo XIV.

Supradicti domini priores et Antulinus Vannis et Grigorius Angelucii capitanei custodie et Cechus Lucii, Angelus Iacobucii, Reguardatus Bucii, Antonius Blaxii, Antonius Mucii, Franciscus Iucciarelli, Stephanus Chiochi et Antonius Iannucie, octo de numero .XII. bonorum virorum electorum super conservatione status pacifici civitatis Reate, in palatio residentie dominorum priorum convenientes in unum, vigore remissionis in eos facte per consilium Centum et omni modo, via et iure quibus melius potuerunt, providerunt et deliberaverunt quod mictatur una lictera magnifico viro Iohanni de Cinthiis alme Urbis senatori, tenoris et continentie subsequentis:

Magnifice et precipue domine noster (recognitione premissa). Sicut magnificentia vestra novit pluries et pluries, pro potestatum nominatorum confirmatione trasmisimus nec habuimus aliquem confirmatum, non obstante quod, actenta caritudine, certam provisionem fecerimus nostris licteris declaratam. Nunc vero ob confirmationis defectum sumus rectoris regimine destituti. Supplices igitur exoramus, quatenus, pro conservatione huius status egentis, ex certa consideratione, celeris potestatis adventu, digemini (sic) unum nobilem et cordatum, sufficientem et actum, ipsique statui vestro fidum ac civem Romanum, destinare, cui ex nunc ob ingentem caritudinem

(1) Ref. lib. IX (1392-'94), fol. 66-67 (B. 9). Sui primi del 1393 si ritorna alla elezione del potestà. Non abbiamo modo di vedere se duri sino alla fine del secolo, poichè dopo il foglio che porta la data 8 agosto 1398 (lib. XII), (B. 12), nelle Riformanze vi è una lacuna considerevole che va sino al 27 agosto 1403 (lib. XIII) (B. 13).

pollicemur, ultra salarium in adherentia declaratum, ducentos florenos auri; dumtaxat de celeritate partes efficacissimas duplicamus, quare eius adventus est plus...... quam possemus stili officio designare. Insuper si non dedimus responsum super expositis per nostrum ambaxiatorem ad magnificentiam vestram missum, digemini non ferre molestum, cum declarata responsio processit ex defectu rectoris, quare cives nullo duce reguntur et sic non vacant circa ordinationes necessarias in communi. Datum Reate 14 maii.

ALESSANDRO BELLUCCI.

[ocr errors][merged small][merged small][merged small]

NNI addietro un erudito tedesco, il dott. Gustavo Meyncke, parlandomi dei mss. italiani che possiede la biblioteca civica di Amburgo, me ne segnalò particolarmente uno, intitolato Liber ystoriarum Romanorum, di cui mi mostrò anche un piccolo facsimile. L'antichità della scrittura, che è in un bel gotico dei primi tempi, e il suo dialetto, nel quale riconobbi il vecchio romanesco, m'invogliarono di esaminar meglio l'opera; e avendomi il dott. Meyncke dichiarato che non intendeva di farne suo studio, chiesi per mezzo del Ministero della istruzione il prestito del codice, e ottenutolo, lo copiai tutto, essendomi parso che alla storia letteraria di Roma sarebbe stato non inutile il conoscere un documento siccome questo, che ci riportava ad un tempo certamente anteriore e non di poco a quello al quale appartengono la Vita di Cola di Rienzo e gli altri Frammenti di storia romana, pubblicati dal Muratori (1), i più antichi testi che finora si citassero del volgare di questa città.

(1) Nelle Antiquitates Italicae medii aevi, tomo III.

E per altra ragione ancora m'era sembrato importante questo codice: per una serie cioè di pitture che lo adornano, e che, sebbene eseguite piuttosto rozzamente, richiamano tuttavia l'attenzione pei modelli onde alcune di esse paiono ispirate, modelli che ritrovavo fra i monumenti romani. Ciò mi confermava che il volume dovesse aver avuto la sua origine in Roma, e sempre più mi stimolava a continuarne lo studio. Terminata pertanto la copia del testo, feci lucidare tutti i disegni, varie pagine feci fotografare, e di alcune feci altresi preparare una riproduzione a colori. Da ultimo, non sapendo rassegnarmi a vedere il prezioso cimelio riprendere per sempre la via dell'esiglio, volli almeno fare un tentativo, ed espressi il voto che il comune di Roma intavolasse trattative per ottenere dalla città d'Amburgo la cessione del Liber. Il Senato Amburgense non credette di poter consentire a simile cessione; però rimandava cortesemente il codice a Roma, affinchè, volendo, si potesse farlo ritrarre in fotografia, e questo appunto il Consiglio comunale ordinò nella tornata del 15 dicembre 1887.

Mercè l'opera dei signori A. Martelli e G. Gnoli, la riproduzione del codice di Amburgo oggi è compiuta. Dalla prima all' ultima carta il libro fu ripreso in fotografia, e questa poi fu stampata in due esemplari su pergamena. In uno di tali esemplari furono anche colorite tutte le vignette, come nell'originale, ad acquarello, e il lavoro riuscì tale in ogni sua parte, che non si poteva aspettare di meglio. Ora dunque che il Liber ystoriarum Romanorum ha preso posto, e speriamo per sempre, nell'archivio Capitolino; mentre se ne prepara la stampa, queste pagine offrono quel che fu dato intanto di raccogliere per la illustrazione di esso.

« AnteriorContinuar »