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Super vicariatu Urbinatensi

Super vicariatu Pisauriensi

Super Gubernatione perpetua Camerinensi

Super Confaloneriatu S. R. E.

Super Capitaneatu S. R. E.

Super Gubernatione seu Locumtenente gentium Armigerarum S. R. E. Super Praefectura Urbis

Super omnibus aliis vicariatibus et infeudationibus locorum S. R. E. immediate subiectorum.

Praeterea etiam duximus ordinandum et ordinamus ut perpetuis futuris temporibus singuli Castellani Arcium Romane Ecclesie pro tempore subiectarum custodiae prefecti, sicut hactenus ex dudum facta per felicis recordationis Sixtum Papam IIII. predecessorem nostrum ordinatione, tenebantur singulis quibuscunque annis solvere Thesaurariis provinciarum in quibus Arces eis commisse existebant tot florenos numero quot essent numero eis assignate pache pro ipsarum. arcium Custodia, ut exinde possint Arma in defensione ipsarum arcium deputata frequenter sarciri et servari, sic huiusmodi unum florenum et item unum alium pro qualibet dictarum eis assignatarum pacharum in supplementum predictum Secretariis prefatis solvere singulis annis teneantur. Et solutio ex predicta Sixti predecessoris nostri ordinatione Thesaurarius ut premittitur per ipsos Castellanos facienda quoad ipsos Thesaurarios cesset et remaneat modo premisso debita secretariis eisdem, ut autem summa florenorum ex predictis Arcibus seu earum Pachis presentis temporis destinata in augmentum emolumentorum predictorum firma sit et perpetuo mansura singulas Arces easdem cum expressione pacharum in eam custodiam nostro tempore deputatarum infra iussimus describi et notari, Volentes et auctoritate prefata decernentes ut si contigerit Nos et successores nostros prefatos quavis causa aliquam ex Arcibus eisdem demoliri aut numerum pagharum huiusmodi descriptarum ex aliqua earundem Arcium in toto vel in parte minuere, Camera apostolica pro provincia in qua erit Arx sita cuius pache erunt diminute seu ex qua stipendia huiusmodi Arcis solvi solita erant, teneatur de pecuniis iuxta formam supra dictae Bullae solvere singulis annis prefatis Secretariis seu corum nuntio duos ducatos auri pro unaquaque dictarum Pacharum diminutarum ne secretarii ipsi dicto per Nos eis assignato emolumento ex aliqua parte fraudentur. Quarum Arcium nomina cum praedicta expressione pacharum sunt infrascripta videlicet.

Arx sancti Angeli de Urbe

Arx Terracenen. pach. vigintiquinque

pi pi

P.

P. 25.

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Nulli ergo etc. nostre Constitutionis et ordinationis infringere vel

ei ausu temerario contraire. Si quis etc.

Datum Rome apud sanctum Petrum Anno incarnationis dominice millesimo quadringentesimo octogesimo [octavo] pridie calendas I anuarii Pontificatus nostri anno Quarto.

Ego Innocentius ecclesiae catholicae PP. VIII. manu propria subscripsi.

L. de Theramo.

DELLA CAMPAGNA ROMANA

(Continuazione, vedi vol. XI, p. 267).

La storia della contrada, dalla basilica di S. Agnese fino ai due ponti sull' Aniene, non è tutta d'indole religiosa, sebbene per la importanza dei sepolcreti e degli edifizi sacri non la cedesse che all' altra famosa della via Appia (1). Per ciò che riguarda le memorie profane, noterò che queste ricevono anche lume dalle sacre, comė, per esempio, dall'analisi delle lapidi rinvenute nelle due catacombe di S. Agnese e di Priscilla, può dedursi che l'una fosse scavata nella villa della famiglia Clodia, cui forse appartenne la eponima stessa, l'altra nella villa della famiglia

(1) V'erano i cimiteri di Novella, de' Iordani, di S. Agnese, l'Ostriano di S. Emerenziana, e quello di Priscilla. V'erano molti edifizî sacri, oltre le superstiti chiese di S. Agnese (costruita dentro le relative catacombe) e di S. Costanza, cioè quelli di S. Silvestro, di S. Saturnino, di S. Romano (MARTINELLI, R. ex ethn. p. 387; De Rossi, Bull. 1873 p. 6 a 17, 1887 p. 67, 1880 p. 106, 1885 p. 59 segg.; Liber Pont. ed. DUCHESNE, II, 268 ecc.). La ricchezza della messe epigrafica cristiana è proporzionata a siffatte condizioni (cf. De Rossi, Inscript. christ. I). I ristauri fatti nel medio evo alla basilica Costantiniana di S. Agnese hanno danneggiato più d'una storica memoria. Recentemente sonosi rinvenute nel pavimento della scala scolture e lapidi, tra le quali una che ricorda la consecrazione della chiesa di S. Costanza del 1256. Quinci proviene la statua Capitolina d'Ercole che abbatte l'idra.

Recentemente si sono fatte indagini nel sottosuolo della detta chiesa; ma senza importanti risultati: vi si è rinvenuta la stele marmorea di una Iunia Musa (Not. Scavi, 1888, p. 507).

Acilia, di cui Priscilla sarebbe discendente (1). Gli avanzi di queste ville hanno sofferto per opera de' successivi proprietari; ma pure fino all'anno 1822 nella vigna Selvaggiani, presso S. Agnese, ve n'erano ancora imponenti, come altri nelle vigne contigue conosciuti col nome d' ippodromo di S. Costanza (2). Ed è in tal modo che veniamo ricostruendo la pianta storica del suolo Salario-Nomentano nelle due età, pagana cioè e cristiana.

Presso S. Agnese dovevano estendersi quei fondi che troviamo nel noto elenco dall'imperator Costantino donati alla basilica stessa, vale a dire : circa civitatem Figlinas omnem agrum (or ora vedremo quale città), via Salaria sub parietinas (gli avanzi, che ho sopra indicato) usque omnem agrum Sanctae Agnen praestantem solid. cv (ch'è il fondo adiectus al sepolcro della martire detto anche agellus negli atti e che era divenuto del fisco). Il ch. Duchesne (Lib. Pont. I, 197) osservando la inesatta locuzione di questa frase, non vi si ferma; nondimeno parmi che l'usque ad dei codici Vaticano 5269 e Viennese 632 schiarisca il senso (3); agrum Muci praestantem solid. lxxx (ignoto fondo), possessionem vicum Pisonis praestantem solid. ccl (al cui proposito ricordo le numerose epigrafi dei Calpurnii Pisoni trovate sulla via

(1) M. ARMELLINI, Il cimitero di S. Agnese, R. 1880, p. 49 e segg. DE Rossi nelle Notizie degli scavi, 1888, p. 139. Vi si nota il trovamento della memoria sepolcrale sulla Salaria del console L. Minucius Natalis dell'anno 106 e. v.

(2) Cf. la relazione di F. A. VISCONTI negli Atti del Camerlengato nell'Archivio di Stato (1816-1823).

(3) Di tal nome S. Agnese, conservato in questo fondo fino all'età nostra, noterò una menzione dell'anno 935 nel Regesto Sublacense, quantunque con due errori, cioè messo extra portam Salariam in territorio Tiburtino. (Del resto l'equivoco del Tiburtino dato a più luoghi delle vie Nomentana e Salaria non è raro. Anche nell'anonimo Einsidlense viene così chiamato il ponte Salario). Confinanti del detto terreno erano la stessa basilica, un Sergius vir magnificus e i monaci Sublacensi. (Reg. Subl. ed. ALLODI-LEVI, p. 102).

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