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D'improvviso a' 16 dello scorso luglio cessò la vita in Firenze a MICHELE AMARI. Da pochi di aveva compiuto ottantatre anni.

La parte eletta della nazione profondamente s'addolorò vedendo passare anche la gloria e la virtù di lui tra le memorie. Autore della Storia della guerra del Vespro, e di quella dei Musulmani di Sicilia, editore della Biblioteca arabo--sicula, le più poderose tra le molte opere sue e delle più alte che vanti la moderna scienza storica, ei potè contribuire colla dottrina a risollevare l' Italia; anzi può dirsi ch'egli si fece scrittore perchè si senti cittadino, e fu storico per farsi rinnovatore della patria. Gli scritti di lui furono veramente una sfida irresistibile alle male signorie del passato, lanciata con costante ossequio della verità; e per la profondità della dottrina, per la sincerità dei giudizî, per la dignità delle affermazioni valsero risveglio ed educazione potente de' tempi nuovi. Esule, cospirò coi più grandi italiani per combattere la malignità de' vecchi governi e saldare in un sol corpo le membra divise d'Italia. Trovò cortese ospizio in Francia e in Inghilterra, procacciando alla laboriosa e nobile povertà sua l'ammirazione degli stranieri. Tornato in patria, ne seguì e diresse le sorti come ministro delle finanze in Sicilia nel governo provvisorio, poi come deputato al Parlamento italiano, come senatore, come ministro per la pubblica istruzione.

Ridottosi a vita privata, non intermise mai gli studî diletti. Fu eletto a presiedere in Firenze il congresso degli orientalisti, a Milano il congresso storico-italiano. Rappresentò in seno all'Istituto Storico Nazionale la Società siciliana di storia patria. Della romana fu eletto socio nell'anno 1885. Membro dell'Accademia dei Lincei, dell' Istituto di Francia e dell'Accademia delle scienze di Berlino, eletto dottore dell'università di Strasburgo il di che compiva il suo anno ottuagesimo, ogni onore gli trovava merito e non gli destava superbia. Esempio di rettitudine impareggiabile, lascia desiderio. inestinguibile di sè in chi ebbe la ventura di accostarlo.

La Società nostra, lieta già di riconoscere da lui consigli ed aiuti, gli va anche debitrice d'un beneficio segnalatissimo, che fu tra gli estremi atti della sua vita, essendosi egli interposto presso il presidente del Consiglio dei ministri, S. E. Fr. Crispi, a ciò che colla sua autorità vincesse le oscure ritrosie d'archivisti che si attraversavano alla pubblicazione dei Facsimili di diplomi imperiali e reali delle cancellerie d'Italia.

Auguriamo che i cultori degli studî storici e le Società storiche regionali, che già nel 1882 si unirono perchè fosse coniata una medaglia d'oro all'illustre storico della Guerra del Vespro, sappiano consociarsi ancora per onorare degnamente la memoria di lui, che coll'animo e coll' ingegno raggiunse un'eccellenza inapprezzabile ad occhio e giudizio di plebi.

ATTI DELLA SOCIETÀ

Seduta del 17 maggio 1888.

Presenti i signori: dott. O. Tommasini, presidente; Ambrosi, barone Carutti, prof. Cugnoni, Corvisieri C., Giorgi, prof. Monaci E., Monaci A., dott. C. Mazzi, G. Levi, segretario.

Il SEGRETARIO dà lettura del processo verbale della seduta precedente (9 gennaio 1888) che resta approvato senza alcuna osservazione.

Il PRESIDENTE dà relazione del lavoro sociale; e presenta il consuntivo 1887.

Il BIBLIOTECARIO legge l'elenco dei libri pervenuti in dono alla Società.

Su conforme proposta dei sindacatori signori ALESSANDRO CORVISIERI, prof. FONTANA, è approvato il bilancio preventivo pel 1888.

Procedutosi alla nomina dei sindacatori del consuntivo 1887, risultarono eletti a schede segrete i soci Alessandro Corvisieri con voti 5 e prof. Fontana con voti 7 sopra 10 votanti.

I! SEGRETARIO legge il verbale dello spoglio fatto dal Consiglio direttivo delle schede per proposte di nuovi soci. Risultando da esso che ottennero il terzo dei suffragi dei votanti, a norma dello statuto, i signori prof. Giuseppe Gatti e prof. Luigi Adriano Milani; si procede allo scrutinio sui due singoli nomi per palle bianche e nere. Il prof. Gatti Archivio della R. Società romana di storia patria. Vol. XII. 25

ottiene 10 voti favorevoli e uno contrario; il prof. Milani ottiene l'unanimità dei suffragi su II votanti; entrambi sono perciò proclamati soci.

La seduta è tolta alle ore 5.

Seduta del 25 febbraio 1889.

Presenti i soci signori: dott. O. Tommasini, presidente, R. Ambrosi, prof. C. Corvisieri, prof. G. Cugnoni, avvocato Gatti, avv. I. Giorgi, prof. I. Guidi, dott. Mazzi, prof. E. Monaci, G. Navone, prof. I. von Sickel, dott. G. Levi, segretario.

La seduta è aperta alle ore 4 pom.

Il PRESIDENTE presenta ai soci il signor prof. K. Schottmüller, direttore della stazione storica di Germania in Roma, che ha accolto cortesemente l'invito di intervenire alla riunione, fattogli dalla Presidenza interpretando il desiderio dei colleghi di esprimere il loro compiacimento salutando il dotto storico dei Templari e insieme il nuovo istituto da lui diretto.

Il prof. E. MONACI si associa a nome di tutti alle parole del presidente, e gli intervenuti si alzano in segno di onore. Il prof. SCHOTTMÜLLER ringrazia, dichiarandosi assai grato per la cortese accoglienza della Società e assai lieto di trovarsi in Roma, degna capitale d'Italia e del mondo civile.

Il PRESIDENTE è dolente di dover cominciare la seduta con l'annunzio della perdita di un dotto collega straniero, il conte Paolo Riant, che fondò e sostenne con l'operosità e liberalità sua la Société de l'Orient latin. Altro recente lutto per i cultori della storia è quello per la morte del benemerito soprintendente degli Archivi toscani, il comm. Cesare Guasti, del cui valore nelle lettere non meno che nelle discipline storiche l' Italia serberà lungo rimpianto.

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