Imágenes de páginas
PDF
EPUB

cquisto dei passi, nè al duca di Mantova concedevä l'investitura, sebbene, in ordine all'accordo di Susa, il re Lodovico col mezzo del sig. Sabrar instantemente la ricercasse ; anzi ogni cosa negava sintantochè la corona di Francia volesse ingerirsi nell'Italia e prender parte in quella causa, la di cui decisione competeva alla di lui autorità. Gli spagnuoli pure allegando l'introduzione de'francesi nel Monferrato, dissentivano dal rattificare il trattato di Susa; ma per giustificarne il ritardo, o piuttosto per tentar gli animi e tener in sospeso le armi, spedirono a Parigi il segretario Navazzo col presidente Monfoucon, ambasciatore del duca di Savoja, per esibire, che ritirando la Francia dal Piemonte e dal Monferrato i presidii, sarebbero ancora da loro rimosse le molestie al Nevers e le gelosie degli altri collegati della corona. Si comprendeva ciò non mirare ad altro che ad escludere ogni difesa all'Italia, onde le armi di Cesare sottentrando, mutato nome e pretesto, essa ricadesse sotto i flagelli della vessazione (a).

Intanto lo Spinola, il quale aveva riuniti a Genova tutti quelli che si erano distaccati dal partito di Spagna, era entrato nel mese di luglio nel Monferrato con quindici mila fanti e quattro

(a) Nani.

mila cavalli sotto il comando del duca di Ler

[ocr errors]

ma, del quale tra sè esaminando la nuova impresa che intraprendeva, ei ne la presentava a tutti i principi d'Italia odiosa. Esaminando quindi le circostanze, scorgeva in esse ardue difficoltà, e senza numero, tra le quali fugace la speranza. La città di Casale pel sito, pella natura e per arte si forte e munita, con cittadini tanto coraggiosi, che non si sarebbero assoggettati così presto; ed intanto mille accidenti potevano insorgere, e le regie forze infrangersi. Un duca di Savoja, che non si lasciava sorprendere, e che solo per gran somma di danari instava, ma con pratiche tali che non assicuravano la confidenza; le spese ingenti di un numeroso esercito dare negli eccessi, e lo Stato di Milano esausto. La maggior parte dei soldati per sì importante assunto non a sufficienza disciplinati, le vettovaglie per le scorse miserabili annate scarse. La nazione tedesca non solo nel parlare, ma anche nel operare barbara, superba, altiera, rapace, intrattabile, impaziente, ed inclinata al mutinamento. Che col pretesto della Cesarea sovranità in Italia trovandosi con formidabile esercito, vorrà essere in questa fazione il principale, e le armi regie entrarvi per accessorio, con pericolo anche di introdursi nelle piazze che si espugneranno, e in esse, a

1

gran pregiudicio della corona, fermarvi il piede, piantarvi la Cesarea sede, ed indi da' principi d'Italia essere, come feudatari, secondato. Il re di Francia che si dichiarava voler difendere il duca Carlo, ed essendo gli eventi della guerra, massime prolissa, incerti, se prevalessero i Galli verrebbe ad afforzarsi il dominio del Milanese; e molto più finalmente per la repubblica veneta ed il papa, che mal sentivano queste mosse, e titubavano le italiane potenze per la loro libertà. Tutte queste cose, che erano gravissime, gli davano gran 'i apprensioni; onde confuso non sapeva se alla pace od alla guerra dovesse risolversi. Le suddette considerazioni lo chiamavano a quella, la riputazione del re lo spingeva a questa, e l'una e l'altra lo rendevano ambiguo.

Comparve in questo mentre a Milano monsignor Scappi vescovo di Piacenza, e seco lui eravi il conte Giacomo Mandelli, quello spedito da Urbano VIII, e questi dal duca Carlo. Furono veramente con non poco piacere dal governatore veduti ed accolti, sperando di ricavare qualche composizione convenevole alla corona; onde venuto seco loro alle pratiche, propose, che il duca ricevesse nel Mantovano parte degli imperiali in rimostranza di ubbidienza e sommissione, e nel Monferrato, in segno di gradire la protezione del re cattolico, le genti spagnuole; per il che si sarebbe impetrata da Cesare l'investitura. Essendo proposto questo partito a Carlo come lenitivo per quietare le pretensioni della casa d'Austria, e liberarlo da una grande guerra da questi minacciatagli, rispose, di non poter risolvere senza il consenso del re di Francia e della repubblica veneta. E benchè gli fosse dato tempo di udire i sentimenti di queste potenze, tuttavolta, non acconsentendovi i veneti, come quelli che non volevano vedere i tedeschi in uno Stato loro confinante, e non venendo risposta alcuna di Francia, fu conchiusa la guerra. Venuti dunque a parlamento lo Spinola ed il Colatto, convennero, che quegli intraprendesse l'impresa di Casale, e questo quella di Mantova; il che inteso dal re di Francia, si accinse alla difesa di quella, e raccomandò l'altra ai veneti (a).

Il consiglio di Stato con suo manifesto del dì 31 agosto avvisa tutti i feudatarii, governatori, giudici, sindaci, consiglieri e sudditi di tutte le terre del Monferrato, dell'elezione fatta dal duca Ferdinando d'Umena a governatore dello Stato, con istraordinaria autorità, acciò, sentendo il loro contento, possano ricorrere alla di lui benignità. In filza C.

(a) Algh. num. 45. e seg.

1

Il cardinale di Richelieu sotto il giorno 7 di settembre scrisse lettera al maresciallo Toyras in questi termini:

« Signore. Il re è stato molto contento di sapere che l'assedio di Roccavignale vi sia riescito felice. Il maresciallo de la Force parte con dieciotto mila fanti per unirsi al maresciallo di Crichi. Oltre a questi il re fa una nuova leva di venti mila uomini a tal effetto. Lo stesso Crichi scrive al re, che farà tutto il possibile per far entrare in Casale viveri, di cui il duca di Mantova si dimostrò non essere in istato di fare, e se è vero che il duca di Savoja, contravenendo al trattato di Susa, impedisca queste provvigioni, che esso duca imponga delle contribuzioni, poichè così esige la necessità S. M. crede certamente che voi contribuirete alla difesa di Casale per tutto ciò che voi crederete essere utile al suo servizio ed al vostro onore » (а).

Convenendo per la difesa de'cittadini di nuovo minacciati dalle mosse delle armi de'nemici provvedere al bisognevole, perciò il duca di Umena aveva sino dal dì 5 corrente mese ordinato, che ogni capo di casa mandasse una o più persone con zappa, badili e simili pel lavoro intorno alla ristorazione delle fortificazioni. E con altro editto

(a) Teyras.

« AnteriorContinuar »